GLI EFFETTI EDUCATIVI DEL CAVALLO SUL BAMBINO

amore equestre

  • 1.PERIODO NEONATALE: dal 1° al 15° giorno di vita;
  • 2.PRIMA INFANZIA:  dal 16° giorno al 2° anno di vita;
  • 3.SECONDA INFANZIA O FANCIULLEZZA: dai 2 ai 6 anni;
  • 4.TERZA INFANZIA: dai 6 ai 10-12 anni;
  • 5.PUBERTA’: dai 10-12 ai 15-17 anni;
  • 6.ADOLESCENZA: fino al termine dell’accrescimento somatico (21 per le femmine e 25 per i maschi).

Se l’età giusta di avviamento dei bambini allo sport è ancora in discussione non si hanno dubbi sul fatto che l’esercizio fisico e il movimento nell’età evolutiva siano necessari.

Di questi sei periodi, la terza infanzia e la pubertà (dai 6 ai 15-17 per i maschi e dai 6 ai 13-15 per le femmine) sono i periodi che presentano maggiore interesse riguardo ai rapporti tra accrescimento e attività fisico-sportiva.

Nella maggior parte dei casi i bambini che nel periodo prescolare erano molto attivi negli spazi a loro disposizione, si trasformano in sedentari quando iniziano la scuola. A questa situazione di poco o insufficiente esercizio fisico è stato dato il nome di “ malattia ipocinetica” ( nel 1961 da Kraus e Raab). Questa sindrome interessa uno o più grandi apparati fino all’instaurarsi dei cosiddetti “paramorfismi dell’età evolutiva”.

Alcuni dei quadri di più comune riscontro consistono nell’incapacità dell’apparato cardiocircolatorio di rispondere in maniera adeguata ad uno sforzo e nel riscontro di sovrappeso corporeo.

Inoltre non possono essere trascurate tutte quelle situazioni che definiscono un “bambino difficile”. Nella società contemporanea la crisi della famiglia e l’iperprotezione inducono i giovani a vivere un’esistenza caratterizzata da grande incertezza e sfiducia. E’ elevato il numero di ragazzi che non sono affetti da patologie neurologiche ma che hanno difficoltà relazionali o problemi ad accettare la sconfitta, sono poco inclini alla collaborazione e all’impegno o che favoriscono atteggiamenti violenti.

In riferimento all’attività motoria e sportiva, occorre distinguere tra:

  • “Attività fisica” con le varianti ludico addestrative e di mantenimento;
  • “Attività sportiva propriamente detta”, con le sue varietà agonistiche e non agonistiche.

Nell’attività fisica sono comprese tutte le attività di movimento che si prefiggono lo svago, il divertimento e l’addestramento del corpo, volte a migliorare gli schemi motori di base e posturali e le capacità motorie individuali e di conseguenza la salute e il benessere fisico.

Nell’attività sportiva l’elemento caratterizzante è la competizione, la tendenza a gareggiare, a superare l’avversario, a confrontarsi, caratteristica del resto connaturata alla specie umana.

L’attività fisica regolare apporta innumerevoli benefici al corpo e alla mente:

  • irrobustisce il fisico e ne previene le malattie
  • sviluppa e aiuta a mantenere sano l’apparato osseo
  • aiuta a controllare il peso corporeo
  • aiuta a ridurre il grasso e la pressione sanguigna
  • riduce lo stress, l’ansia, la depressione e la sensazione di solitudine
  • prepara i bambini all’apprendimento futuro
  • migliora il rendimento scolastico
  • aiuta a controllare vari rischi comportamentali, come l’uso di tabacco, droghe o di altre sostanze, le abitudini alimentari scorrette, il ricorso alla violenza

L’equitazione è uno sport molto utile per la crescita psico-motoria dei più giovani. Il suo punto di forza consiste nella presenza di un animale che pensa, si muove e reagisce. Questo aspetto stimola il bambino a stabilire un rapporto non solo fisico ma anche empatico, che non si creerebbe con un oggetto inanimato. Questo sport, che coinvolge sia a livello fisico che emozionale, può aiutare chi lo pratica a superare i propri limiti. Coinvolge l’area motoria, l’area affettivo-relazionale, l’area delle autonomie personali e l’area cognitivo-neuropsicologica.

Il cavallo può diventare un ottimo mediatore relazionale perché rappresenta un interlocutore neutro e disponibile, esente da pregiudizi. Questo facilita nel giovane la regolazione dei livelli di ansia incentivando un senso di sicurezza. Il cavallo è anche l’unico animale che può trasportare fisicamente il bambino, attivando una serie infinita di dinamiche emotive e, per la sua indole diffidente, stimolerà nel ragazzo un’attivazione emozionale e relazionale, aumentando il suo livello di attenzione e le capacità di concentrazione.

Per imparare a cavalcare è necessario entrare in sintonia con il movimento del cavallo che, basculando, apporta un gran numero di stimoli alla muscolatura della schiena e al sistema nervoso, aiuta a migliorare il senso dell’equilibrio, la coordinazione e le capacità coordinative motorie.

Il rapporto che può stabilirsi tra il cavallo e il bambino è ricco di valenze affettive  ed è finalizzato a costruire delle competenze  in un ambiente in cui a tutti sono chiare le regole e ci sono reciproco rispetto e ascolto.

Come ho già detto, l’equitazione non è volta solo a favorire uno sviluppo armonioso della muscolatura e del fisico, ma anche a orientare l’allievo verso saldi valori culturali e morali. Per questo aspetto è fondamentale la figura dell’istruttore che dovrà accompagnare il bambino durante tutto il suo percorso in scuderia e diventare per lui un modello positivo. Quello di cui si dovrà preoccupare l’istruttore è di tenere conto delle eventuali problematiche di chi si avvicina all’equitazione e di rispettare le necessità di ogni allievo per raggiungere risultati positivi, rispettando lo sviluppo affettivo ed emotivo del soggetto in base ad ogni fase della sua crescita.

Nel caso concreto di questo sport eventuali problemi personali, come la difficoltà a rapportarsi con gli altri, si presentano con difficoltà di apprendimento, l’abbandono di qualsiasi attività o la frequenza svogliata. Per questo motivo è fondamentale che ai ragazzi con particolari difficoltà affettive (ansie, paure, fobie, aggressività, insicurezza, scarsa autostima) non sia chiesto di spingersi oltre i propri limiti, in modo da aiutarlo a raggiungere una maggiore autostima, il desiderio di una collaborazione e la creazione di un rapporto emotivo. In questo modo il bambino sentirà di essere in un ambiente che lo rispetta e che non gli chiederà più di quanto possa dare. Il bambino al primo impatto con il cavallo proverà diffidenza a causa della sua mole, perciò è opportuno che la fase di conoscenza avvenga con un pony di indole mansueta, in modo che il bambino possa accudirlo, pulirlo, toccarlo, dargli da mangiare e passare del tempo con lui. Questo stimolerà la curiosità del ragazzo e, affidandogli le pratiche del governo, le paure si attenueranno e, con l’aumento della fiducia, spariranno. L’utilizzo dei ponies permette agli allievi più giovani di raggiungere altissimi livelli agonistici nonostante la giovane età.

Le cause che solitamente creano situazioni di tensione sono:

  • le dimensioni e le possibili reazioni del cavallo;
  • l’ansia per la ricerca di un’azione efficace;
  • la mancanza di orientamento e di equilibrio dovuta ad una diversa percezione dello spazio;
  • il controllo della velocità e della direzione.

Nell’acquisizione delle competenze (sia dei bambini che degli adulti) si possono stabilire 4 fasi. L’incompetenza inconscia (non si sa una cosa di cui si ignora l’esistenza o in una determinata situazione non si sa cosa fare), l’incompetenza conscia (la cosa entra nell’ambito della consapevolezza, è la fase dove c’è curiosità e dove iniziano la ricerca e l’apprendimento), la competenza conscia (dopo aver appreso una cosa per cui però bisogna fare uno sforzo nel farla) e la competenza inconscia (si può fare una cosa senza pensarci). Nella fase dell’apprendimento è quindi fondamentale il confronto tra risultato reale dell’azione e risultato atteso.

Nell’equitazione sono presenti due tipi di apprendimento, quello legato alle giuste richieste da fare al cavallo quando si desidera un’azione e quello motorio. In ogni apprendimento motorio sono presenti la specializzazione e la flessibilità. La prima deriva dalla ripetizione del gesto e la seconda sollecitando l’allievo ad adeguare le sue strutture motorie a nuove situazioni ed esigenze. Con la maggior parte degli sport l’apprendimento dei bambini si baserà su strutture motorie già consolidate. Per l’equitazione, invece, non esiste una struttura motoria preesistente. A causa della mancanza di un solido appoggio al terreno, ed essendo sopra un animale in movimento, verrà stimolata la ricerca di nuovi adattamenti che modificheranno le strutture motorie disponibili. Per l’elevato numero di stimoli prodotti dal movimento del cavallo è indispensabile la costituzione di una “memoria motoria”. Per questo motivo è molto importante che in fase di apprendimento il ragazzo abbia un riscontro tra risultato reale dell’azione e risultato atteso. Alla formazione della personalità del bambino concorrono numerosi fattori, tra cui: l’emotività, l’intelletto, l’etica, la socialità, le azioni e lo sviluppo del corpo. L’attività equestre svolge quindi un ruolo importante nell’educazione motoria e psicologica dei bambini.

BENEFICI FISICI:

  • Potenziamento muscolare: vengono impegnati diversi gruppi muscolari, in particolare gli addominali, i dorsali e i lombo-sacrali. Si contraggono seguendo il ritmo e il movimento del cavallo migliorando il tono e l’elasticità. Sono coinvolti anche i muscoli della gamba, delle braccia e del collo che si potenziano e acquisiscono resistenza maggiore;
  • Apparato cardiovascolare: i battiti del cuore aumentano in rapporto alla velocità del cavallo richiedendo un maggiore impegno fisico a chi è in sella. Andare a cavallo migliora il sistema di pompaggio del sangue dal cuore nei vasi principali e poi nei capillari e montare regolarmente contribuisce a  controllare la pressione arteriosa e a migliorare la ventilazione polmonare;
  • Percezione del corpo nello spazio: i continui spostamenti del baricentro stimolano il senso dell’equilibrio apportando stimoli continui relativi agli spostamenti del cavallo in avanti e laterali. Inoltre cavalcare contribuisce a migliorare l’esatta percezione del proprio corpo in relazione allo spazio e all’ambiente;
  • Funzioni senso-percettive: favorisce movimenti finalizzati, coordinati e più precisi sviluppando anche le capacità relative al ritmo, alla mimica e alla gestualità. Inoltre le ondulazioni provocate dal movimento tridimensionale del cavallo sollecitano l’elasticità dei dischi intervertebrali;
  • Stimoli neuromuscolari efficaci sul rilassamento fisico e mentale.

BENEFICI EMOTIVI:

I componenti relazionali sono stimolati in modo diverso da quelli del gioco di squadra;

  • Conoscendo un altro essere vivente,diverso ma partner e compagno di squadra, il bambino imparerà a relazionarsi con un “altro” (ALTERITA’ l’accettazione dell’altro diverso da lui come risorsa per l’ottenimento di un risultato comune e non di un ostacolo solo perché diverso da lui) e, dato che per un bambino questa esperienza avviene nel momento della formazione, può essere positivo per lo sviluppo del carattere e della personalità.
  • È favorito lo sviluppo del senso di responsabilità perché un essere vivente dipende totalmente da noi e dalle nostre cure, implicando, quindi, una presa di coscienza dei nostri doveri. (pulire il cavallo come pulire se stesso-IGIENE, nutrire il cavallo come nutrire se stessi- NECESSITÁ DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE, stare attenti agli spostamenti del cavallo- PRENDERE COSCIENZA DEGLI SPAZI, ordinare gli attrezzi della manutenzione del cavallo-METTERE ORDINE NELLA VITA)
  • La straordinaria quantità di stimolazioni sensoriali sono un forte incentivo per il bambino allo sviluppo di un tipo di comunicazione non verbale. Il contatto con il cavallo diventa per il bambino un ponte attraverso cui entra spontaneamente in contatto con la realtà e gli insegna a riconoscere le proprie sensazioni, iniziando quindi a “conoscersi”. (porta un distacco dal mondo virtuale del videogioco, accentuando la ricerca dell’essere e diminuisce l’ossessione dell’apparire favorendo stimoli reali e tangibili al posto dei risultati virtuali della console);
  • Indipendenza: il bimbo in sella è da solo e non deve fare affidamento su nessuno per risolvere un eventuale problema, ma dovrà contare sulle sue forze;
  • determinazione: se non ottiene un risultato nell’immediato, ripetendo l’esercizio proverà piacere nel vedere miglioramenti dovuti solo alla costanza e all’impegno;
  • sicurezza: conoscendo cose nuove svilupperà la sicurezza per farle e proverà ancor più piacere a raccontare le sue nuove esperienze diventando lui il maestro per i genitori;
  • Aumento attenzione e concentrazione: per comprendere gli insegnamenti dell’istruttore che lo porteranno a fare cose più divertenti sarà obbligato ad aumentare la sua concentrazione sull’azione e di riflesso in tutti gli aspetti della vita, e l’attenzione perché essendo il cavallo un animale predato, il bimbo dovrà fare attenzione ad ogni movimento intorno a lui ed al cavallo per evitare che si spaventi e di conseguenza di farsi male;
  • Aumento autostima: gestire un essere di mole decisamente superiore alla sua e vedere come riesce a migliorare lo porterà ad aumentare la fiducia in se stesso e di conseguenza la sua autostima;
  • Superamento ansie e paure: il contatto con un essere di grande mole inizialmente lo intimorirà per via dell’altezza e della forza che può esercitare. La mancanza di controllo sulle azioni del cavallo, che pensa per conto proprio, aiuterà il bimbo a superare la paura per l’ignoto generico e di conseguenza la paura per i particolari che prima lo bloccavano. IL superamento dell’iniziale situazione di timore lo aiuterà a capire di poter superare anche altri aspetti della vita che lo spaventano.

Tesina del diploma della nostra formidabile collaboratrice.

Stesura di Chiara Botto